Lunghezza e tempo di percorrenza: Km. 8 circa-ore 4-4/30 circa | … |
Difficoltà: EAI (F) | … |
Dislivello: m.500 circa | … |
Partenza e Arrivo: Osteria da Miet mt 861. | … |
Sentieri: Cartografia Tabacco n.51 – Sentiero 212-840 | … |
Abbigliamento: Adeguato alla stagione | … |
Iscrizioni: Il Giovedì prima dell’escursione in Sede dalle 21.00 alle 22.30 | … |
Mezzo di Trasporto: Proprio | … |
Ritrovo: Rotonda del porto alle ore 07.00 | … |
.
Il Monte Palon con i suoi 1306 metri s.l.m. domina la linea del Piave fi no al Montello. La sua posizione era strategica perché dalla cima si poteva controllare la “stretta di Quero”, oltre che la pianura del Piave. Per questo venne trasformato in una vera fortezza con postazioni d’artiglieria in caverna, postazioni di mitragliatrici fortificate, postazioni di bombarde e di fotoelettriche, importantissimi osservatori. Erwin Rommel, (meglio noto come la volpe del deserto nella seconda Guerra Mondiale), era impegnato allora proprio in questo settore come tenente di un reparto della Wultemberg e tentò ripetutamente di conquistare questa importante linea fortificata, come si può apprendere dai suoi diari. Egli stesso citava il Monte Palon come osso duro da espugnare, conferendogli l’attributo di “spina dorsale” della linea di difesa italiana in quel tratto di fronte. Infatti la posizione strategica del Monte Palon permetteva di tenere sotto costante osservazione le posizioni nemiche, integrando l’azione delle artiglierie di Cima Grappa verso zone non controllabili da lì, quali la valle dell’Ornice la stretta del Piave. Per questo motivo le divisioni austro-tedesche nella Battaglia d’Arresto del novembre-dicembre 1917, seguendo varie direttrici, cercarono di conquistarlo invano. Il nostro percorso parte dal piazzale dell’Osteria da Miet a quota 861m. Si segue il sentiero CAI 212 che sale ripidamente dapprima sui pascoli, poi nel bosco, fi no a raggiungere le trincee e gallerie del Col Cesil (1140m), dove troviamo alcuni pannelli informativi. Il sentiero prosegue percorrendo alcune trincee molto profonde, fino alla Croce del Palon, (1210m), che ricorda il sacrificio degli alpini su queste montagne. Sotto la croce vi è un piccolo rifugio gestito dagli Alpini di Possagno, autori del restauro delle trincee, che offre la possibilità di una sosta in caso di maltempo. Questo luogo è un bellissimo balcone panoramico verso la valle di Alano di Piave, i Colli Asolani e la pianura veneta. Il sentiero prosegue lungo le trincee di prima linea in cresta, con numerose postazioni di fucilieri, sempre in vista della pianura sottostante; prima di raggiungere la Cima del Palon si incontra l’ingresso di una lunga galleria con diverse ramificazioni, all’interno della quale sono visibili le postazioni dell’artiglieria in caverna, vari depositi materiali e le gallerie di ricovero delle truppe. All’uscita delle gallerie si prosegue fino alla cima del Monte Palon, dalla quale sono ben visibili l’intero massiccio del Grappa e le valli a sud e a nord che potevano essere controllate da questo caposaldo fortificato. Sono inoltre visitabili alcune baracche di ricovero truppa e ufficiali e le postazioni per le fotoelettriche. Dopo la sosta, e aver goduto ancora per qualche momento del panorama, iniziamo la seconda parte dell’escursione verso malga Barbeghera e casera La Fossa, dapprima lungo la strada bianca e poi su tracce erbose, quello che fu il sentiero 840. Dalla malga si deve prendere la stradina che scende al prato sottostante, parallela per un tratto alla soprastante strada che riporta alla Croce del Palon. Un ampio tornante sulla conca erbosa e diviene sentiero poco praticato e senza indicazioni (tranne qualche vecchio bollo di vernice difficilmente reperibile). L’orientamento tuttavia non pone problemi, anche se evidentemente l’importante sentiero di un tempo ora è poco frequentato e vi sono diversi tratti di boscaglia un po’ invadente. Proseguendo lungamente nella boscosa discesa si esce ad una casetta e, dopo ulteriore discesa sulla prativa radura, si perviene alla grande casa restaurata di La Fossa (m.864). Da qui una stradina sterrata quasi pianeggiante, ombreggiata e piacevole, conduce senza indugi a l’osteria da Miet , nostro punto di partenza.