Lunghezza e tempo di percorrenza: km.17 circa 7-7.30 ore circa | … |
Difficoltà: EE | … |
Dislivello: mt.1200 circa | … |
Partenza e Arrivo: Ronch mt.1508 | … |
Sentieri: Carta Tabacco n.15 sentieri 636-635 | … |
Abbigliamento: Adeguato alla stagione | … |
Iscrizioni: Il Giovedì prima dell’escursione in Sede dalle 21.00 alle 22.30 | … |
Mezzo di Trasporto: Proprio | … |
Ritrovo: Rotonda del porto alle ore 06.00 | … |
- Per raggiungere la località di Ronch dobbiamo arrivare, prima, alla Digonera, dalla quale imbocchiamo una stradina asfaltata abbastanza ripida che sale per i luoghi di Laste, Le Coste ed, infine, Ronch, dove la carreggiata peraltro finisce: proprio qui, troviamo un piccolo parcheggio dove possiamo lasciare la propria auto e partire, quindi, con la nostra camminata; in alternativa, in assenza di posti, possiamo lasciare l’auto nelle precedenti località e salire la breve stradina, per forza di cose, a piedi. Da qui, iniziamo la nostra camminata al Monte Migon imboccando la stradina asfaltata che parte dalla fontanella e salendo, successivamente, lungo un fondo erboso che ci porta sino alla sterrata forestale che conduce dritto al Rifugio Migon, dove non possiamo non notare, attorno a noi, lo straziante strascico lasciato dalla terribile tempesta Vaia. Proprio all’altezza dell’indicazione per il rifugio, possiamo individuare un’esile tracciache esce sulla sinistra, dalla quale, infatti, incontriamo la prima indicazione per il Sentiero 636 delle Creste.
Affrontiamo, quindi, una prima parte di faticosa e costante salita lungo un percorso abbastanza “selvaggio”, probabilmente dovuto alla tremenda tempesta del 2018, che si sviluppa attraverso una folta erba, dove la traccia, comunque, resta sempre sufficientemente individuabile. Una volta che superiamo questo spezzone, invece, il sentiero continua a salire incessantemente, ma, tuttavia, ci risulta meno “incolto” e, nel contempo, più paesaggistico sulle diverse montagne circostanti, dove riconosciamo infatti la Val di Fedom, la Val Fiorentina e le soprastanti, nonché note, Dolomiti Ampezzane e Zoldane. - Giungiamo, quindi, presso il piccolo, ma suggestivo, pianoro erboso del Col dei Gonfegn, che sostanzialmente decreta l’inizio del tratto più emozionante dell’intera uscita; da qui, infatti, riconosciamo le varie protuberanze erbose che dovremo, da adesso in poi, percorrere su panoramica cresta.
Saliamo per una traccia parecchio riconoscibile, oltre che alquanto ripida, che sale alla nostra destra, ossia sulla prima gobba erbosa, che ci permette di giungere, inoltre, sull’inizio effettivo del “Sentiero delle Creste”. Da questo momento, sino a che restiamo più o meno su questa quota, il percorso è caratterizzato da una traccia che richiede sicuramente un passo sicuroe un’assenza totale di vertigini, poiché l’esposizione risulta abbastanza pronunciata. La traccia che continua lungo la sommità del Bech Pico ci permette di raggiungere immediatamente la massima elevazione, nonché il nostro principale obiettivo, di questa fantastica escursione, ovvero la croce di vetta del Monte Migogn. Da questa punta, infatti, si apre un vasto panorama montano a 360° assolutamente sorprendente, che insindacabilmente supera di gran lunga tanti suoi “rivali” nelle vicinanze che risultano, finora, molto più conosciuti e frequentati, soprattutto nel mondo social. Partendo da ovest, la visuale è indiscutibilmente dominata dalla rinomata Marmolada, che manifesta la sua enorme maestosità, che ci accompagnerà, codesta, sino alla conclusione del sentiero in cresta; spostandoci, invece, con lo sguardo in senso orario, il paesaggio è predominato da numerosi, nonché noti, gruppi montuosi delle Dolomiti, dal quale possiamo distinguere chiaramente il Gruppo del Sella, il Puez-Odle, le Dolomiti Orientali di Badia, le Dolomiti Ampezzane, il Monte Cristallo, il Gruppo del Sorapiss, l’Antelao, il Monte Pelmo, il Civetta, il Sasso Bianco, le Pale di San Martino. Sottostanti ad essi, inoltre, spaziano ampiamente le più note valli Dolomitiche, come la Valle di Fodom, la Val Pettorina e, infine, la Val Fiorentina.Ammirato per bene, ovviamente, questo emozionante paesaggio, riprendiamo la nostra camminata proseguendo, ancora, per la riconoscibile traccia del “Sentiero delle Creste”, caratterizzata da un susseguirsi di diversi sali e scendi, tuttavia, non particolarmente faticosi. Superiamo, quindi, un tratto caratterizzato da alcuni passaggi d’arrampicata di I° grado di difficoltà, comunque, parecchio contenuta, ma che richiedono, nonostante ciò, un passo sicuro; codesto tratto, tuttavia, lo possiamo eventualmente aggirare, percorrendo la variante “facile” che a distanza, più in basso sulla destra, riusciamo infatti a scorgere (non segnalata per il verso che abbiamo intrapreso noi, ma successivamente sì); d’altronde, però, oltre a costringerci l’affronto di un ulteriore sali/scendi di ben 100m di dislivello, questa variante ci priverebbe di poter ammirare un tratto che risulta, nuovamente, assai panoramico. Scendiamo, quindi, con breve, ma decisa pendenza, verso l’evidente Tabiè dal Lof Sulla destra, evidenti tracce scendono ad accostare un rilievo e puntano a nord, l’ancora lontana strada bianca che porta alla Malga Laste. S’indovina una scorciatoia che cala subito lungo la base dello stesso Migogn e lungo un canalone raggiunge il Rifugio Migon. Noi attraversiamo un altipiano assai povero e inciso di ciottoli lavici. Omini e segni bianco-rossi aiutano in questo. Un seguente pendio dove la vegetazione è più rigogliosa, sorpassa una piana con delle pozze d’acqua e ancora i resti d’antichi ricoveri. Un mantello di rododendri che nella tarda primavera colorano di rosso la cruda roccia. I segnavia scarseggiano, ma la traccia nell’erba è ancora sufficientemente intuibile. Scendiamo ripidi l’ultimo fianco e guadagniamo la radura dove sorgono le Malghe (m 1868, ore 1,40 dalla cima del Migogn). Sono posti che invitano a fermarsi a lungo, li lasciamo con dispiacere adocchiando in lontananza le case e la chiesa di Laste. Andiamo a tagliare le svolte della strada sterrata, fin dove è possibile, poi dobbiamo seguirla inevitabilmente giù lungo il Pian de la Leda, al Rifugio Migon. Sopraggiungono sulla destra, le tracce della variante del canalone. Continuiamo la passeggiata perdendo regolarmente quota fino a riconoscere e affiancare il sentiero 636, percorso all’andata. Lo seguiamo a ritroso, ormai prossimi all’abitato di Ronch, alla macchina e a quella preziosa fontanella sulla piazza (ore 2,45 dalla cima del Migogn).